Sabato 28

Francesca Sanmartino - premio minoranze linguistiche italianeDopo un saluto al Monviso che faceva capolino in un cielo sereno e senza nuvole, la mattinata si è aperta con l’intervento di Francesca Sammartino, vincitrice del Premio Minoranze Storiche in Italia, che ha raccontato la resilienza del croato-molisano, croato molisano, o come lo chiamano loro na-našo (letteralmente “a modo nostro”). In rappresentanza della sua Fondazione Agostina Piccoli, fondazione che tiene viva la lingua che i suoi genitori Agostina Piccoli e Antonio Sammartino hanno così fortemente difeso.

Francesca ci ha raccontato di come la lingua croata si sia sviluppata in Molise più di cinquecento anni fa, in seguito alla fuga dalle persecuzioni ottomanne, e sia rimasta poi isolata, lontana dalla Croazia, sviluppandosi in maniera autonoma e lasciandosi contaminare dall’italiano e dal molisano: a Montemitro e in altri tre comuni della provincia di Campobasso, circa un migliaio di persone oggi parlano, cantano (podcast “Čujemo se”) e fanno cultura in na-našo (Featival MAK).

Berta Davila - Premio giovaniIl Premio Giovani Berta Dávila ha rivolto un importante appello alla popolazione galiziana, facendo una riflessione sull’abbandonare il cosiddetto “bilinguismo cortese”, sacrificando qualche privilegio per mantenere viva la voce della Galizia.

Dopo un pranzo en convivencia, spazio alla memoria e alla musica! Il regista Bruno Genotti ha presentato il videoclip ufficiale di Sans raitz pas de flors.

Subito dopo, Kristian Braz, vincitore del Premio Speciale, ha portato testimonianze toccanti dalla Bretagna, raccontando storie di attivisti arrestati per aver ospitato militanti baschi, con uno sguardo lucido sulla complessità della lotta linguistica in Francia.

A concludere il pomeriggio, il Premio Traduzione, l’irlandese Éamon Ó Ciosáin, ci ha portato nella sua magica terra, a ballare tra i púca, affascinando i presenti con un viaggio tra gaelico, bretone e francese. Uno studioso eclettico e generoso, nel parlare delle lingue e nel condividerle, sia nel suo lavoro che nel suo intervento durante il Premio Ostana.

Braz 1
Éamon Ó Ciosáin
Braz 2
Mano Khalil (4)

Una serata carica di energia, musica e riflessione ha scaldato il cuore di Ostana. Dopo aver condiviso una buona polenta in compagnia, il pubblico ha assistito all’atteso Premio Musica Marie Olga Sohantenaina, meglio conosciuta come  “Olga del Madagascar”. L’artista ha trascinato il pubblico in un viaggio sonoro unico, dove i ritmi tradizionali malagasy si sono intrecciati con le sonorità del Collettivo Ostana, dando vita a un dialogo musicale sorprendente e coinvolgente.

Olga del Madagascar - Premio MusicaDurante l’incontro, moderato da Flavio Giacchero, Olga non si è limitata a cantare: ha raccontato la sua storia, fatta di quotidianità vissuta tra radici e futuro, e ha condiviso il profondo legame con le tradizioni spirituali del Madagascar, che ancora oggi guidano e orientano la vita della sua comunità. Ma è soprattutto attraverso la sua musica che Olga ha lanciato un messaggio chiaro e potente: la protezione del Madagascar non è solo una questione locale. Di fronte ai gravi effetti del cambiamento climatico e allo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, la sua isola rappresenta un simbolo globale della fragilità degli ecosistemi e dell’urgenza di una presa di coscienza collettiva.

Dopo una buona polenta tutti insieme, il Premio Musica Marie Olga Sohantenaina in arte “Olga del Madagascar”, ha fatto scatenare il pubblico di Ostana con i suoi ritmi tradizionali del Madagascar mischiati alle sonorità del Collettivo Ostana che l’ha accompagnata. Attraverso la sua musica e l’incontro moderato da Flavio Giacchero, Olga del Madagascar ci ha raccontato la sua vita quotidiana, il doveroso rispetto per le tradizioni spirituali che da secoli guidano la cultura malagasy e soprattutto abbiamo strumento di sensibilizzazione globale: la protezione del Madagascar non è una questione locale, ma una causa globale che ci riguarda tutti in un momento di grave crisi causata dal cambiamento climatico e dallo sfruttamento insensato delle risorse.

Olga del Madagascar e Collettivo Premio Ostana
Foto: Fabio Ferrero e Luca Percivalle
Scopri come sono andate le altre giornate del Premio Ostana: