Dal 16 ottobre è disponibile l’intervista completa a Firat Cewerî, Premio internazionale Ostana 2024, Lingua Curda (Turchia), svolta da Andrea Fantino.
Nato nel 1959 nel Kurdistan turco, a Derik, Firat Cewerî inizia a scrivere poesie in curdo fin da adolescente, aderendo anche un movimento rivoluzionario in difesa della lingua curda in un periodo in cui tutta la letteratura del luogo era turca. All’epoca, tutti i libri che leggeva (Marx, Majakovskij, Neruda, Hikmet) erano disponibili nella sola lingua turca. Ma quando scriveva, lo faceva in curdo, la sua lingua madre. Scrivere in curdo era proibito, non a causa dei contenuti pubblicati, ma a causa della lingua stessa, che in Turchia era bandita. “Anche quando scrivevo poesie d’amore mi era proibito, perché era proibita la lingua curda.” Vietare una lingua equivale ad annientare la cultura che la parla e a minacciare la sua identità. La lingua è infatti il veicolo attraverso il quale si tramandano tradizioni, storie, valori e identità. Quando una lingua viene repressa o vietata, subiamo una perdita della memoria collettiva di miti, poesie e canti tradizionali spesso tramandati attraverso l’uso quotidiano della lingua. Per continuare a scrivere in curdo, Firat Cewerî compie quindi una scelta difficile: rinuncia alla sua patria. Costretto all’esilio a causa dei suoi scritti, si trasferisce in Svezia, dove inizia a pubblicare i suoi primi libri in curdo e viene coinvolto nei movimenti e nelle attività letterarie curde.
“Per me, scrivere in curdo era una ribellione contro il sistema totalitario che bandiva la nostra lingua. La letteratura è come un virus: se fai un qualunque mestiere puoi cambiarlo, se vuoi. Ma quando il virus della scrittura si impadronisce di te, continua fino alla morte. Se questo virus mi lascerà, sarò anche io un uomo finito.“
Durante l’intervista, Firat Cewerî ha raccontato il rapporto tra la lingua curda e le azioni di resistenza politica che scrittori e artisti come lui hanno attuato anche dopo la fondazione della Repubblica di Turchia, quando la lingua e la letteratura curda vennero bandite.
“Se i curdi non proteggono la propria lingua, se al curdo non viene concesso uno status ufficiale, una forte ondata di assimilazione potrebbe sommergere i curdi.“
Guarda qui l’intervista completa: