Intervista a Bernardo Atxaga, premio internazionale 2023
L’intervista è in basco, e la nostra traduttrice e tutor del premiato era Maria Teresa Atorino, l’ormai “storica” collaboratrice del Premio Ostana. Bernardo si è preso il tempo per riflettere alle nostre domande, e ad ogni questione ne ha aggiunta un’altra, e poi un’altra ancora, coinvolto e intenso, con quel suo fare bonario, un sorriso di comprensione verso tutto, in ogni momento, anche quando è pronto a prendere un arco per tirare una freccia verso qualcuno o qualcosa che lo indigna e in un qualche modo lo segna.
Dice che è preoccupato dell’avvelenamento del linguaggio nel nostro mondo contemporaneo. Le parole non sono mai quello che sono veramente, ma sono altro, sono parole avvelenate, parole che insistono e desiderano persuaderti: sono le parole della propaganda, sono le parole della pubblicità. Il mondo vive in continua competizione, dice, non è un luogo pacifico, è un luogo in cui c’è sempre una guerra, un conflitto.
Seguite l’intervista:
Premio internazionale 2023
Non è per nulla scontata l’esistenza di uno scrittore che, scrivendo nella propria lingua madre, finisca per avere successo e riconoscimento anche in altri paesi così lontani dalla propria terra natìa. Non a caso Bernardo Atxaga era stato ospite del Salone del libro di Torino poco tempo prima del Premio Ostana: aveva presentato il suo romanzo Il figlio del fisarmonicista che nel 2008 gli è valso i premi Mondello e Grinzane Cavour, e che proprio lo scorso anno era stato riproposto dalla casa editrice “21 lettere”.
Al termine della premiazione Bernardo viene omaggiato di una versione di Hegoak, celebre canto basco, a cura del Collettivo Artistico Premio Ostana




Video e intervista: Andrea Fantino
Sigla: Flavio Giacchero
Foto: Fabio Ferrero