Shega

Sabato 5 giugno 2021
ore 21:00

LA LINGUA DEI SUONI

Musica come ponte per una nazione sparsa

Un viaggio nella comunità arbëreshe attraverso l’esperienza del gruppo musicale SHEGA di Piana degli Albanesi (PA)

La musica, da sempre, veicola cultura, significati, pensieri, memoria storica e contribuisce fortemente a dare senso e continuità alle società. La musica come ponte che unisce l’Arbëria, la “nazione sparsa”, la “nazione senza confini” rappresentata dalla comunità arbëreshe. SHEGA, che compone testi in lingua madre, ci racconterà del proprio approccio artistico, del proprio impegno politico e sociale manifesto nelle composizioni, ci racconterà di cosa significa essere arbëreshe oggi e di questa straordinaria cultura che si è mantenuta e trasmessa attraversando tempi e luoghi, una cultura resiliente. Un antico detto arbëreshe definisce la propria vicenda “sangue sparso”, intendendo la frammentazione territoriale che per quanto riguarda le comunità italiane ha inizio con la diaspora di oltre cinque secoli fa. SHEGA significa melagrana, un frutto che è composto da molte parti distinte ma che contribuiscono a formare un tutto, un’unità corale. Il nome è stato scelto dal gruppo per sottolineare simbolicamente la storia degli arbëreshe: un incontro di culture, un inno alla diversità. La comunità di Piana degli Albanesi è multiforme infatti: siciliani, italiani, albanesi, cattolici di rito bizantino, cittadini del mondo. La musica del gruppo SHEGA è una musica contemporanea connessa a una comunità di respiro globale con testi che traggono ispirazione dalla loro cultura, dai loro poeti e da vicende storiche e contemporanee con un notevole carattere di impegno sociale: le vicende dei Fasci siciliani dei lavoratori, la strage di Portella della Ginestra, il dramma dei migranti. Rrini mirë se jam e vemi, statemi bene, andiamo via è il titolo di un loro recente brano che sembra sintetizzare molto delle vicende degli arbëreshe così come della nostra contemporaneità: è un frammento di un canto rituale nuziale ma che porta gli echi del lungo viaggio di questo popolo, della diaspora e che il gruppo rilegge affrontando il drammatico tema dei nuovi migranti e dei loro naufragi. Una cultura, una società, quella degli arbëreshe, che da secoli è abituata a confrontarsi con altre culture e che di questi intrecci, di questa moltitudine ne ha fatto sostanza con la consapevolezza, all’origine del loro viaggio, del valore della libertà.

Intervengono

Flavio Giacchero

Flavio Giacchero – etnomusicologo e musicista. Collabora con associazioni, enti pubblici e privati alla realizzazione di progetti ed eventi culturali e per la tutela e la valorizzazione delle minoranze linguistiche. Collabora da oltre dieci anni con l’associazione Chambra d’Oc occupandosi di numerosi progetti e attività di sportellista nell’ambito della L. 482/99, norme e tutela delle minoranze linguistiche storiche. Gestisce gli archivi sonori del Centro Ricerca Etnomusica e Oralità di Torino. Come musicista si occupa di musica tradizionale, musica creativa, world music, free jazz. Si occupa inoltre di fotografia, video documentari, paesaggi sonori, saggistica. Ha realizzato, con il film-maker Luca Percivalle, il film- documentario Lou soun amis-Il suono amico, sulla musica tradizionale delle Valli di Lanzo e lo specifico contesto storico-culturale. Socio onorario della Società Storica delle Valli di Lanzo.
Tra le sue pubblicazioni: Uno sguardo sonoro: arte, ricerca e pensiero di Sergio Liberovici, in Musiche tradizionale in Polesine. Le registrazioni di Sergio Liberovici (1968), Squilibri-Minelliana, 2015; La tradizione musicale nelle Valli di Lanzo, in Pagine Nuove 4, giovani autori per la storia e la cultura delle Valli di Lanzo, Società Storica delle Valli di Lanzo, CXXVIII, 2015; Il Nigra al CREL, in P. Grimaldi, G. Fassino (a cura di), Costantino Nigra etnologo, le opere e i giorni, atti del convegno di studi, Omega Edizioni, 2011. Cura gli allegati sonori di registrazioni storiche sul campo delle pubblicazioni di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto: Senti le rane che cantano. Canzoni e vissuti popolari della risaia, Donzelli 2005; Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi, Donzelli, 2008; Al rombo del cannon. I canti popolari nella Grande Guerra, Neri Pozza, 2018; I canti popolari del Piemonte di Costantino Nigra, Einaudi, 2009 e Neri Pozza, 2020.

Giorgio Fusco per il gruppo musicale SHEGA

SHEGA è un gruppo musicale che coniuga la lingua arbëreshe a musica indie-pop di respiro contemporaneo. Il loro paese d’origine, Piana degli Albanesi, è stato fondato da esuli albanesi nel cinquecento e ancora oggi mantiene la lingua, la cultura e le tradizioni ereditate. Nati come “The Daggs”, nel 2014 cominciano a scrivere canzoni nella loro lingua madre. A novembre 2015 avviene il “battesimo” al SUNS Europe, festival europeo della canzone in lingua minoritaria (Cagliari). A maggio 2017 vincono l’Opp! Festival alla Farm Cultural Park di Favara (AG), grazie al quale registrano il primo singolo Drita (“la luce”) presso gli studi Indigo di Palermo. A gennaio 2018 rappresentano la musica arbëreshe contemporanea a Tirana, ospiti del Presidente della Repubblica Albanese. A maggio 2020 pubblicano il primo videoclip, Lumturi (“felicità”), un omaggio al poeta arbëresh Pasquale Renda, accompagnato dalle immagini del primo tour nell’Arbëria calabrese. Durante i concerti, oltre agli inediti, propongono anche brani tradizionali arbëreshë, riarrangiati secondo il proprio sentire. Il 21.01.21 nasce SHEGA: significa “melagrana” ed è il percorso che porterà all’uscita dell’album d’esordio.

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